Bassa autostima: cosa si nasconde dietro il senso di inadeguatezza
L’autostima come parola del nostro tempo
“Autostima” è una di quelle parole tecniche della psicologia che oggi circolano ovunque: nei social, nei libri di crescita personale, nelle frasi motivazionali e in articoli su internet. Tutti sottolineano che la bassa autostima sia un problema e che occorra imparare a “credere in se stessi”, e che spesso dietro questa difficoltà si nasconde un profondo senso di inadeguatezza. Ci sono tanti modi di parlarne: a fare la differenza è il modo in cui il problema della scarsa autostima viene concettualizzato e affrontato.
Che cosa si intende davvero quando si parla di bassa autostima: l’autostima in psicologia
Avere una bassa autostima significa sentirsi inferiori, inadeguati, indegni di affetto o di riconoscimento. Si tratta di una sensazione che può accompagnare molte esperienze: il fallimento in un progetto, una relazione difficile, difficoltà scolastiche o lavorative. In alcuni casi, il problema non si lega a un evento specifico: la questione è più sottile e riguarda il confronto con l’immagine ideale che si ha di sé. Gli effetti della bassa autostima possono essere molto incisivi nella quotidianità di chi ne soffre. Sentirsi dotati di scarsa autostima porta con sé il vissuto di non valere abbastanza: sentimento di inadeguatezza, che causa stati d’ansia, calo dell’umore, difficoltà nei contesti sociali.
Il concetto di autostima ha radici storiche nella psicologia classica. William James (1890) la definì come il rapporto tra il sé reale e il sé ideale: più ampia è la distanza tra ciò che una persona è e ciò che vorrebbe essere, più fragile risulta la stima di sé. Carl Rogers (1951) riprese questa idea, sottolineando l’importanza della congruenza tra sé reale e sé ideale e del riconoscimento positivo da parte degli altri. Abraham Maslow (1943) collocò l’autostima tra i bisogni psicologici fondamentali, distinguendo tra rispetto di sé e bisogno di approvazione sociale. In seguito, Rosenberg (1965) ne offrì una definizione divenuta classica, come valutazione complessiva positiva o negativa del sé, elaborando la scala di misurazione ancora oggi più utilizzata in ambito scientifico.
Bassa autostima: si può risolvere con esercizi o tecniche pratiche?
Molte persone cercano esercizi per aumentare l’autostima o tecniche per migliorare la fiducia in se stessi e liberarsi dal senso di inadeguatezza che li accompagna da tempo. Le librerie sono piene di libri di auto-aiuto che promettono di risolvere il problema della scarsa autostima in pochi semplici passi. È possibile addirittura trovare in vendita o gratuitamente PDF per aumentare l’autostima.
Nel mondo contemporaneo dove tutto è convertito in termini di valore, si è imposto - più che in altre epoche - il tema della stima di sé: le persone oggi si interrogano sul valore che hanno, e spesso soffrono nel sentire che questo valore non è abbastanza. È uno dei sintomi di una società che ha visto la caduta dei grandi ideali e si ritrova a puntare tutto sull’individualismo. La pressione sull’individuo cresce, aumenta la necessità che dimostri il suo valore - o quantomeno che lo mostri, nell’epoca dei social. Sentirsi inadeguati o sentire di non valere abbastanza è frequente, sopratutto quando ci si paragona a un ideale di sé irraggiungibile.
In molti casi la bassa autostima dipende dalla distanza tra l’io e il suo ideale: l’immagine in cui l’io vorrebbe rispecchiarsi è irraggiungibile e incombe su di lui, mortificandolo.
Terapie per la bassa autostima (ma non per chi ne soffre)
Spesso anche le psicoterapie per la bassa autostima si occupano di risolvere il problema applicando un protocollo standard, per tutti, a chi afferma di non credere in se stesso. È il caso di terapie per l’autostima bassa in cui si incoraggia il paziente a individuare pensieri disfunzionali e ad eseguire comportamenti per acquisire sicurezza. Tuttavia, a volte, la mancanza di fiducia in se stessi non si risolve con un addestramento di questo tipo: ci sono casi in cui richiede un intervento diverso, più in profondità.
Psicoanalisi e bassa autostima: l’immagine di sé nello specchio dell’altro
Dal punto di vista psicoanalitico, il tema della bassa autostima e del sentirsi inadeguati tocca il rapporto con l’immagine di sé.
Lacan, rileggendo Freud, ha mostrato come l’Io si costituisca attraverso l’immagine riflessa nello specchio dell’altro: quanto concerne l’“autostima” dipenderebbe dunque da un riconoscimento che è sempre soggettivo, eppure, al tempo stesso, paradossalmente esterno, mai pienamente posseduto.
Quando diciamo di “non avere autostima”, stiamo dicendo che non ci riconosciamo in quell’immagine ideale che pensiamo di dover incarnare. La sofferenza nasce da questa distanza: fra ciò che siamo e ciò che crediamo di dover essere.
Per questo non si tratta solamente di imparare a “stimarsi di più”, ma a volte occorre interrogare quell’immagine ideale: da dove viene, quale desiderio dell’Altro la sostiene?
Il lavoro psicoanalitico lacaniano con i problemi di bassa autostima
È evidente a questo punto che dal punto di vista della psicoanalisi lacaniana la questione dell’autostima bassa è una falsa questione. Il senso di inadeguatezza, così come la bassa autostima, è un sintomo che di per sé non ha un suo valore intrinseco, poiché acquisisce un senso clinico solo se declinato al caso specifico del paziente che domanda un’analisi a partire dalla sofferenza per un senso di scarsa autostima. Lo stesso sintomo della mancanza di autostima può avere significati molto diversi in diverse persone, nonostante apparentemente si presenti con caratteristiche simili se non identiche. In questo senso in psicoanalisi il sintomo dell’autostima bassa e del sentirsi inadeguati è una possibile porta di ingresso a un lavoro su di sé che non si limiti a un addestramento valido per tutti, ma permetta di incontrare la propria singolarità.
Supporto psicologico per la bassa autostima per adolescenti e adulti a Roma
Le difficoltà legate al senso di inadeguatezza non riguardano solo i giovani: anche molti adulti si confrontano con sentimenti simili.
Come psicologo orientato dalla psicoanalisi lacaniana, mi occupo delle problematiche di bassa autostima negli adolescenti e negli adulti.
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